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      Ma possiamo noi credere che lievissime differenze nelle tinte e nelle macchie, per esempio, fra la femmina del fagiano di monte e quella del Tetrao scoticus, servono per scopo di protezione? Sono forse le pernici, col loro colore attuale, meglio protette che non le quaglie che loro rassomigliano? Servono forse di protezione le lievi differenze fra le femmine del fagiano comune e quelle del fagiano dorato e del fagiano del Giappone, oppure i loro piumaggi possono essi essere stati scambiati impunemente? Da ciò che ha osservato il signor Wallace dei costumi di certi uccelli gallinacei di Oriente, egli crede che cosiffatte lievi differenze siano utili. In quanto a me dirò solo che non sono convinto di questo.
      Quando una volta io ero propenso a dare molta importanza al principio di protezione, il quale mi spiegava i colori meno brillanti delle femmine degli uccelli, mi veniva in mente che era possibile che i due sessi ed i giovani potessero essere stati in origine dotati di colori brillanti allo stesso grado; ma che in seguito le femmine, pel pericolo cui andavano incontro nell’incubazione, ed i giovani per non avere ancora esperienza, fossero resi smorti per lo scopo di protezione. Ma questo modo di vedere non è sostenuto da nessuna prova, e non è probabile; perchè noi così ci immaginiamo che le femmine ed i giovani nei tempi trascorsi fossero esposti al pericolo, dal quale sarebbe stato necessario in seguito riparare i loro discendenti modificati. Abbiamo pure da ridurre, mercè un graduato processo di scelta, le femmine ed i giovani a tinte ed a macchie quasi esattamente uguali, e trasmettere queste al sesso ed al periodo di vita corrispondente.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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