Questo può essere stato operato da ciò che un antenato maschio della passera mattugia avendo variato dapprima quando era quasi adulto, abbia trasmesso il suo piumaggio ai due sessi adulti e, per la mancanza della legge di eredità alle età corrispondenti, ai piccoli in qualche periodo successivo.
È impossibile decidere quale di questi tre modi abbia generalmente prevalso in tutta la presente classe di esempi. La credenza che i maschi variassero mentre erano giovani e trasmettessero le loro variazioni alla loro prole dei due sessi, è forse la più probabile. Io posso qui aggiungere che ho cercato, con poco buon esito, consultando varie opere, di decidere fin dove il periodo di variazione abbia, negli uccelli, generalmente determinato la trasmissione dei caratteri ad un sesso o ad entrambi. Le due regole cui abbiamo spesso menzionato (cioè che le variazioni seguite tardi nella vita sono trasmesse ad uno e medesimo sesso, mentre quelle che seguono di buon’ora nella vita sono trasmesse ai due sessi) sono vere da quanto pare nella prima, seconda e quarta38 classe di casi, ma non hanno effetto in un numero eguale, cioè nella terza e sovente nella quinta e nella sesta piccola classe. Tuttavia, da quanto ho potuto giudicare, si verificano in una notevole maggioranza di specie di uccelli. Sia questo vero o no, noi possiamo conchiudere dai fatti riferiti nell’ottavo capitolo che il periodo di variazione è stato un elemento importante per determinare la forma di trasmissione.
Negli uccelli è difficile decidere con quale misura dobbiamo giudicare se il periodo di variazione è primitivo o tardivo, se segue per l’età in rapporto colla durata della vita, o col potere riproduttivo o col numero delle mute per cui passa la specie.
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