Tuttavia v’ha qualche prova contraria a questo modo di vedere. La femmina conserva le sue corna dal tempo in cui si sono sviluppate pienamente, cioè in settembre, per tutto l’inverno, fino a maggio quando partorisce il piccolo; mentre il maschio depone le sue corna più presto, verso la fine di novembre. Siccome i due sessi hanno le stesse esigenze e seguono il medesimo modo di vita, e siccome il maschio depone le sue corna durante l’inverno è molto improbabile che possano avere una qualche utilità speciale per la femmina in questa stagione, che comprende la maggior parte del tempo in cui essa porta corna. E non è neppure probabile che possa avere ereditato le corna da qualche antico progenitore di tutta la famiglia dei cervi; perchè, dal fatto che i maschi soli di tante specie in tutte le parti del globo posseggono corna, noi possiamo conchiudere che questo fu il carattere primordiale del gruppo. Quindi sembra che le corna debbano essere state trasmesse dal maschio alla femmina in un periodo susseguente alla divergenza delle varie specie da uno stipite comune; ma questo non ebbe luogo per darle un qualche speciale vantaggio.
Sappiamo che le corna nella renna si sviluppano in una età insolitamente giovanile; ma non si conosce quale possa essere stata la causa di questo. Tuttavia l’effetto è stato da quanto pare la trasmissione delle corna ai due sessi. Colla ipotesi della pangenesi riesce intelligibile, che un lievissimo mutamento nella costituzione del maschio, sia nei tessuti della fronte o nelle gemmule delle corna, possa condurre al loro sviluppo giovanile; e siccome i giovani dei due sessi hanno quasi la stessa costituzione prima del periodo della riproduzione, le corna, se si sviluppano nel maschio di buon’ora, tenderanno a svilupparsi nello stesso modo nei due sessi.
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