Nondimeno in alcune specie i rami superiori sono adoperati come armi offensive; quando un uomo venne aggredito da un Wapiti nel parco del giudice Caton nell’Ottawa, e parecchi uomini cercarono di liberarlo, il cervo non alzò mai il suo capo dal terreno; infatti tenne il suo muso quasi posato sulla terra col naso fra le zampe anteriori, tranne quando volse il capo da un lato onde prendere una nuova via per prepararsi a ferire. "In questa posizione le sue corna erano dirette contro i suoi avversari. Volgendo il capo dovette necessariamente sollevarlo un tantino, perchè le sue diramazioni erano tanto lunghe che non poteva volgere il capo senza alzarle da un lato, mentre dall’altro toccavano il terreno". Il cervo con questo maneggio a poco a poco fece retrocedere la comitiva di salvatori alla distanza di 50 o 60 metri e l’uomo aggredito fu ucciso.
Quantunque le corna dei cervi siano armi efficaci, non vi può essere, credo, alcun dubbio, che una semplice punta sarebbe stata molto più pericolosa che non un corno ramificato, ed il Giudice Caton, il quale ha molta esperienza di questi animali, è pienamente di questa opinione. Parimente, le corna ramificate, sebbene di grandissima importanza come mezzi di difesa contro i cervi rivali, non sembrano essere bene acconce per questo scopo, siccome vanno soggette ad avviticchiarsi. Perciò mi è passato per la mente il sospetto che potessero servire in parte come ornamento. Nessuno può negare che le corna ramose dei cervi come pure le eleganti corna a lira di certi antilopi colla loro doppia curva così graziosa non siano ornamenti ai nostri occhi.
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