Nell’Africa centrale le donne si forano il labbro inferiore e vi infilano un pezzo di cristallo il quale col muoversi della lingua, ha "un movimento rotatorio sommamente ridicolo durante la conversazione". La moglie del capo di Latooka disse a sir S. Baker che "sua moglie sarebbe stata molto meglio se si fosse strappati i quattro denti davanti della mascella inferiore, e avesse portata la lunga verghetta lucida di cristallo nel suo labbro inferiore". Sempre più verso mezzogiorno, nei Makalolo, il labbro superiore è perforato, ed un grande anello di metallo e bambù, chiamato pelelé, è infilato nel buco. Questo fa sì che il labbro in un caso sporge cinque centimetri oltre la punta del naso; e quando una signora sorride la contrazione dei muscoli lo alza fino agli occhi.
Perchè le donne portano quelle cose? venne domandato al venerabile capo Chinsurdi. Evidentemente sorpreso a quella sciocca domanda, rispose: "Per farsi belle! Sono le sole cose che hanno di bello le donne; gli uomini hanno la barba; le donne non l’hanno. Che sorta di figura farebbe una donna senza il pelelé? Non sarebbe affatto una donna con una bocca come quella dell’uomo, ma senza barba".
Non v’ha quasi nessuna parte del corpo che sia rifuggita ad una non naturale modificazione. La somma di dolore cagionata in tal modo deve essere meravigliosamente grande, perchè molte di quelle operazioni richiedono parecchi anni per essere compiute, cosicchè l’idea della loro necessità deve essere ben imperiosa. I motivi sono vari; gli uomini si dipingono il corpo per sembrar terribili in battaglia; certe mutilazioni hanno relazione con riti religiosi; oppure segnano l’età adulta, o la condizione sociale dell’uomo, o servono a distinguere le tribù. Siccome presso i selvaggi le stesse mode prevalgono per lunghi periodi, le mutilazioni, qualunque ne fosse la prima causa, vennero in breve stimate come segni distintivi.
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