. Sulla costa occidentale, come mi comunica il signor Windwoad Reade, i neri ammirano una pelle nerissima molto più che non una tinta più chiara. Ma il loro orrore per la bianchezza può essere in parte attribuito, secondo lo stesso viaggiatore, alla credenza della maggior parte dei neri che i demoni e gli spiriti siano bianchi.
I Banyai della parte più meridionale del continente sono neri, "ma moltissimi sono di una tinta chiara caffè e latte, ed invero questo colore è considerato bello in tutto il continente", così noi abbiamo qui un’altra sorta di gusto. Nei Cafiri, che differiscono molto dai neri, "la pelle, tranne nelle tribù presso il golfo Delagoa, non è per solito nera, mentre il colore dominante è un misto di nero e di rosso, ed il più comune è il color cioccolata. Il colorito oscuro essendo il più comune è naturalmente tenuto in maggior conto. Dire ad un Cafiro che ha la pelle chiara o simile ad un bianco, sarebbe fargli un ben meschino complimento. Ho udito parlare di un pover’uomo il quale era tanto chiaro di colore che nessuna fanciulla voleva sposarlo". Uno dei titoli del re Zulu è "Tu che sei nero". Il signor Galton, parlando dei nativi del Sud Africa, osservava che la loro idea intorno alla bellezza sembra differire molto dalla nostra; perchè in una tribù, due sorelle, sottili e graziose fanciulle, non erano ammirate dagli indigeni.
Veniamo ora alle altre parti del mondo; a Giava, una fanciulla gialla e non bianca è considerata, secondo la signora Pfeiffer, come una bellezza.
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