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      Lo stesso principio viene largamente in giuoco nell’arte della scelta; e noi possiamo comprendere in tal modo, come ho già spiegato altrove, il meraviglioso sviluppo di tutte le razze di animali e di piante che si tengono soltanto per scopo di ornamento. I dilettanti desiderano sempre che un dato carattere venga in certo modo accresciuto; non ammirano un livello mezzano; certamente non vogliono nessun grande e repentino mutamento nel carattere delle loro razze; ammirano solo ciò che sono avvezzi a vedere, ma desiderano ardentemente di vedere ogni lineamento caratteristico un po’ più sviluppato.
      Senza dubbio le forze di percezione dell’uomo e degli animali più bassi sono costituite per modo che i colori brillanti e certe forme, come pure i suoni armoniosi e ritmici, producono piacere e sono detti belli; ma la cagione di ciò non la conosciamo più di quello che conosciamo la cagione per cui certe sensazioni del corpo sono spiacevoli ed altre sono sgradevoli. Non è certo vero che siavi nella mente dell’uomo un qualche modello universale di bellezza rispetto al corpo umano. Tuttavia, è possibile che certi gusti possano nel corso del tempo divenire ereditari, sebbene io non abbia prove in favore di questa credenza; e se questo fosse vero, ogni razza avrebbe il suo innato modello ideale della bellezza. È stato asserito che la bruttezza consiste nell’approssimarsi alla struttura di qualche animale più basso, e senza dubbio questo è vero per le nazioni più incivilite, nelle quali l’intelletto è più altamente apprezzato; ma un naso due volte più prominente, e gli occhi due volte più grandi del consueto, non si accosterebbero per nulla alla struttura di nessun animale più basso, e tuttavia sarebbero al tutto brutti ed orridi.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830