L’uomo, come qualunque altro animale, ha senza dubbio progredito fino alla sua condizione attuale mercè una lotta per l’esistenza, frutto del suo rapido moltiplicarsi; e se egli deve progredire ed elevarsi ancora di più, deve andar soggetto ad una dura lotta. Altrimenti egli in breve cadrebbe nell’indolenza, e gli uomini altamente dotati non riuscirebbero meglio nella battaglia della vita che non i meno bene dotati. Quindi la nostra media naturale di accrescimento, sebbene produca molti mali evidenti, non deve essere per nessun mezzo molto diminuita. Vi deve essere aperto pieno contrasto per tutti gli uomini; e le leggi e i costumi non debbono impedire i più abili dal riuscire meglio e dall’allevare un numero più grande di figli. Per quanto importante la lotta per l’esistenza sia stata e sia ancora tuttavia per quello che concerne la parte più elevata dell’umana natura, vi hanno altri agenti più importanti. Perchè le qualità morali hanno progredito, sia direttamente od indirettamente, molto più per opera degli effetti dell’uso, delle potenze del ragionamento, dell’istruzione, della religione, ecc., che non per opera della scelta naturale; sebbene si possano con certezza attribuire a quest’ultimo agente gl’istinti sociali, che somministrano la base nello sviluppo del senso morale.
Mi fa rincrescimento pensare che la principale conclusione a cui sono giunto in quest’opera, cioè che l’uomo sia disceso da qualche forma bassamente organizzata, riescirà sgradevolissima a molte persone.
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