Riflettendo a queste idee sulla classificazione, fa d'uopo ricordare che l'elemento della discendenza fu impiegato universalmente nel disporre insieme i sessi, le età e le varietà conosciute di una specie, per quanto possano essere differenti nella struttura. Se si estendesse l'uso di questo elemento della discendenza, - la sola causa certamente conosciuta della somiglianza degli esseri organizzati, - non giungeremmo a spiegare il significato delle parole sistema naturale; questo sistema è genealogico nella disposizione che si va cercando, e i gradi delle differenze acquistate sono espressi coi termini varietà, specie, generi, famiglie, ordini e classi.
Partendo da questo principio della discendenza modificata, tutti i grandi fatti della morfologia divengono facili ad intendersi, - sia che si consideri il medesimo piano applicato negli ordini omologhi delle diverse specie di una classe, qualunque sia la funzione che compiono; sia che si considerino le parti omologhe, disposte secondo un sistema uniforme in ogni animale e in ogni pianta.
Il principio delle variazioni leggiere e successive, che non sopravvengono necessariamente, nè generalmente nella prima età della vita e sono ereditati in periodo corrispondente dai discendenti, porta molta luce sui fatti più rilevanti della embriologia; vale a dire con esso si può spiegare la rassomiglianza delle parti omologhe di un embrione individuale, le quali, quando siano pienamente sviluppate, divengono affatto differenti fra loro nella struttura e nelle funzioni: e la rassomiglianza delle parti ed organi omologhi nelle differenti specie di una classe, sebbene appropriate negli individui adulti alle funzioni più disparate.
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