Noi non conosciamo tutte le gradazioni transitorie possibili fra gli organi più semplici e i più perfetti; nè possiamo pretendere di sapere tutti i mezzi variati della distribuzione nel lungo corso degli anni, e quanto siano imperfette le memorie geologiche. Sebbene queste difficoltà siano molto gravi, esse non sono tali, a mio avviso, da rovesciare la teoria della discendenza da poche forme primordiali con modificazioni consecutive.
Ora passiamo all'altro lato della questione. Nello stato di domesticità noi troviamo una grande variabilità. Sembra che ciò debba attribuirsi principalmente al sistema riproduttivo, il quale è assai sensibile ai cambiamenti delle condizioni esterne della vita; per modo che questo sistema, quando non sia divenuto impotente, non riproduce più una prole esattamente simile alla madre-forma. La variabilità è diretta da molte leggi complesse, - dalla correlazione di sviluppo, dall'uso e dal non-uso, e dall'azione diretta delle condizioni fisiche della vita. È assai difficile il constatare a quante modificazioni siano andate soggette le nostre produzioni domestiche; ma possiamo inferire con sicurezza che l'insieme di queste modificazioni fu molto grande e che esse sono ereditabili per lunghi periodi. Finchè le condizioni della vita rimangono inalterate, abbiamo ragione di credere che una modificazione, già ereditata per molte generazioni, possa continuare ad essere trasmessa per un numero quasi infinito di generazioni. D'altra parte, noi abbiamo delle prove che la variabilità, quando si sia manifestata una volta, non cessa interamente, perchè anche le nostre più antiche produzioni domestiche producono occasionalmente delle varietà nuove.
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