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      Dopo qualche giorno ancora la zona mal definita di cellule divenne distinta, e quantunque non si estendesse a tutta la larghezza del picciuolo, e le sue cellule fossero colorate in verde dalla clorofilla, essa costituiva tuttavia un pulvino che, come vedremo presto, agisce come tale. Queste piccole cellule erano disposte in serie longitudinali, e variavano di numero fra 4 e 7; le cellule stesse erano di lunghezza diversa nelle differenti parti del pulvino e nei varii individui. Le figure qui unite (A e B fig. 64) ci rappresentano due aspetti dell'epidermide (41) nella parte media del picciuolo di due pianticelle, nelle quali i cuscinetti, per la specie osservata, erano ben sviluppati. Essi offrono un contrasto evidente coi pulvini di O. rosea (vedi fig. 63) o di O. Valdiviana.
     
      Fig. 64. - Oxalis corniculala: A e B cuscinetti quasi rudimentali dei cotiledoni di due pianticelle abbastanza vecchie, visti per trasparenza, ingranditi 50 volte.
     
      Nelle piantine, chiamate a torto O. tropæoloides, nelle quali i cotiledoni non si elevano che assai poco durante la notte, le piccole cellule erano anche meno numerose, ed in parte formavano una semplice fila trasversale, ed in altre parti delle brevi serie longitudinali di 2 o 3 cellule soltanto. Esse erano tuttavia sufficienti per attirare l'attenzione quando il picciuolo intiero era visto per trasparenza sotto al microscopio. In queste pianticelle si poteva appena dubitare che il pulvino fosse divenuto rudimentale e tendesse a scomparire, ciò che spiega la sua grande variabilità di struttura e di funzione.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Valdiviana Oxalis