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      I cotiledoni in un altro vaso, trattati altra volta nella stessa maniera, s'aprirono a 7 ore del mattino, e rimasero aperti nell'oscurità per 4 ore e 30 minuti; poscia cominciarono a chiudersi. Queste stesse pianticelle però allorchè si facevano passare, a metà della giornata, da una luce moderatamente chiara ad una luce piuttosto smorta, elevavano, come abbiamo visto, i loro cotiledoni ad una certa altezza sull'orizzonte.
      Sensibilità dei cotiledoni al contatto. - Questo soggetto non presentò grande interesse, poichè non consta che una sensibilità di tale natura sia utile in qualche cosa alle pianticelle. Noi l'abbiamo constatata in soli quattro generi, quantunque avessimo osservato, ma invano, i cotiledoni di molti altri. Il genere Cassia sembra distinguersi particolarmente a questo riguardo: così i cotiledoni di C. tora, mentre erano distesi orizzontalmente, furono tutti due leggermente urtati con una bacchetta assai sottile per 3 minuti, e nello spazio di pochi minuti essi formarono assieme un angolo di 90°, in guisa che si erano elevati ciascuno di 45°. Un singolo cotiledone di un'altra pianticella venne urtato nello stesso modo per un minuto, e si elevò di 27° in 9 minuti; dopo 8 altri minuti, si era elevato di altri 10°; il cotiledone opposto, che non venne punto toccato, si mosse appena. I cotiledoni, in tutti questi casi, ritornarono alla posizione orizzontale in meno di mezz'ora. Il pulvino è la parte più sensibile, poichè punzecchiando tre cotiledoni in questo punto con un ago, si facevano elevare verticalmente; ma trovammo pure il lembo sensibile, avendo cura di non toccare il pulvino.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Cassia