Le estremità di due altre radichette furono sfregate nella stessa maniera per 15 secondi con una piccola bacchetta rotonda, quelle di due altre ancora per 30 secondi, e quelle di altre due finalmente per 1 minuto, ma senza che si producesse alcun effetto. Possiamo dunque concludere da queste 15 esperienze, che le radichette sono insensibili ad un contatto temporaneo, ma vengono influenzate dall'azione prolungata di una pressione ancorchè assai debole.
Esperimentammo poi gli effetti prodotti dallo staccare col taglio dalla radichetta una lamina assai sottile, parallela ad uno dei lati pendenti dell'estremità. Pensammo che la ferita produrrebbe un'irritazione prolungata, capace di causare l'incurvatura verso la parte opposta, come avviene quando un oggetto è fissato alla radichetta. Furono tentati due saggi preliminari: dapprima vennero staccate delle lamine da radichette di 6 piantine sospese nell'aria umida, col mezzo delle forbici, che quantunque fine produssero probabilmente uno schiacciamento considerevole; questa operazione non fu seguita da alcun incurvamento. In secondo luogo, furono staccate col rasoio obliquamente delle sottili lamine dall'estremità di tre radichette sospese nella stessa maniera; e, dopo 44 ore, due di esse si trovarono completamente curvate nel senso opposto alla superficie tagliata; la terza, di cui tutta la punta era stata levata obliquamente per accidente, era curvata verso l'alto al disopra della fava, ma non determinammo con sicurezza se l'incurvatura era stata in principio diretta nel senso opposto alla superficie tagliata.
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