(46) Ma nelle esperienze seguenti noi abbiamo procurato, ed in generale con successo, d'irritare le estremità sopra un lato, senza danneggiarle gravemente. Noi vi pervenimmo asciugando l'estremità, il più possibile, con della carta bibula, che però rimase sempre un po' umida, e toccandola quindi una volta col caustico secco. Trattammo così 17 radichette e le sospendemmo all'aria umida al disopra dell'acqua ad una temperatura di 58°F. L'esame ebbe luogo dopo un intervallo di 21 a 24 ore. Due radichette ebbero le loro punte annerite uniformemente in tutta la loro estensione: esse non potevano in tale stato fornire alcuna indicazione, e le gettammo via. Ce ne rimasero 15. Fra queste ultime, 10 erano deflesse dal lato toccato, dove si trovava una piccola macchia bruna o nerastra. Cinque di queste radichette, di cui tre erano già leggermente curvate, essendo state disposte in modo che poterono penetrare nell'acqua dei vasi, furono esaminate di nuovo dopo un intervallo di 27 ore (ossia 48 ore dopo l'applicazione del caustico); quattro di esse erano divenute uncinate, poichè erano deflesse dal lato scolorato coll'apice rivolto verso lo zenit; la quinta rimase diritta ed inalterata. Così furono eccitate 11 radichette su 15. Ma l'incurvatura delle 4 che abbiamo ora descritte era sì evidente che bastava da sè sola per dimostrare che le radici della fava subiscono una deflessione dal lato della loro estremità che è stato leggermente irritato da un caustico.
Influenza di un eccitante sull'estremità radicolare della fava, confrontata con quella del geotropismo.
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