Non credevamo in principio che l'irradiazione potesse influenzare in modo alquanto importante organi così minuti come lo sono molti cotiledoni e molte foglie, e sopratutto agire in guisa sì differente sulle loro faccie superiore ed inferiore. Imperocchè, sebbene la temperatura della faccia superiore debba senza dubbio cadere in causa dell'esposizione all'aria, pensammo però che per conducibilità dovesse ritornare alla temperatura dell'aria ambiente così rapidamente che non vi fosse differenza fra la foglia orizzontalmente distesa e radiante verso il cielo, e la foglia verticale e radiante principalmente in una direzione laterale verso altre piante o gli oggetti vicini. Procurammo quindi di chiarire alcuni punti impedendo alle foglie di molte piante di dormire ed esponendo tanto esse che le altre foglie della medesima pianta che avevano già preso la loro posizione notturna verticale, ad un cielo sereno, mentre la temperatura era discesa sotto il punto del gelo. Le nostre esperienze ci mostrarono che le foglie così obbligate di rimanere orizzontali durante la notte soffrono molto più il gelo di quelle che possono prendere la posizione verticale normale. Si può per altro obbiettare, che le conclusioni dedotte da queste esperienze non sono applicabili alle piante dormenti che provengono da regioni dove il gelo non è conosciuto. Ma in tutti i paesi e in tutte le stagioni le foglie sono necessariamente esposte a raffreddamenti determinati dalla radiazione notturna, la quale può, in certa misura, essere loro nociva, ed alla quale sfuggono prendendo una posizione verticale.
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