Per conseguenza la fig. 157 non è abbastanza complessa, e lo sarebbe stato di più, se i punti fossero stati rilevati sul vetro a degli intervalli di 2 o 3 minuti, in luogo di un'ora o di mezz'ora. Il picciuolo principale descrisse, nel corso della giornata, delle piccole ellissi con un movimento rapido e continuo; ma dopo che aveva incominciato il grande movimento notturno di elevazione, se si avessero rilevati i punti ogni 2 o 3 minuti (come l'abbiamo fatto dalle 9,30 alle 10,30 della sera con una temperatura di 28°,5 C.), la linea che li avesse uniti sarebbe stata quasi affatto retta.
Il movimento del picciuolo è, secondo ogni probabilità, dovuto alle variazioni nella turgescenza del pulvino, e non (secondo le conclusioni di Pfeffer) all'accrescimento. Per dimostrarlo, scegliemmo una foglia assai vecchia, sulla quale alcune foglioline erano già avvizzite, e che aveva quasi completamente perduto la sua sensibilità; la pianta era assoggettata alla temperatura più favorevole di 80°F. Il picciuolo discese dalle 8 alle 10,15 del mattino, poi si elevò un poco descrivendo delle leggere linee a zig-zag, rimanendo spesso stazionario, fino alle 5 di sera, momento in cui cominciò la grande discesa notturna, che continuò almeno fino alle 10 di sera. Alle 7 del mattino successivo si era elevato allo stesso livello che alla vigilia, poi discese descrivendo delle linee a zig-zag. Ma dalle 10,30 del mattino alle 4,15 di sera rimase quasi immobile, avendo allora perduta ogni facoltà di movimento.
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Pfeffer
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