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      Figura ridotta ad 1/3 dell'originale.
     
      Volemmo allora che la luce fosse piuttosto debole, e perciò esponemmo parecchie pianticelle ad una finestra al N.-E., protetta da una tenda di tela, tre di mussolina, ed una salvietta. Ma la luce che filtrava era allora così debole che non si poteva distinguere l'ombra proiettata da un lapis sopra della carta bianca; gli ipocotili non manifestarono alcuna incurvatura verso la finestra. Durante questo tempo, cioè dalle 8,15 alle 10,50 del mattino, gli ipocotili descrissero delle linee a zig-zag, o circumnutarono intorno allo stesso punto, come si può vederlo in A, fig. 171. Alle 10,50 levammo la salvietta per sostituirla con due tende di mussolina; la luce passava allora attraverso ad una tenda di tela e quattro di mussolina. Un lapis, collocato su carta bianca, presso alle pianticelle, lasciava allora un'ombra appena percettibile e diretta nel senso opposto alla finestra. Ma bastò questo leggerissimo eccesso di luce da un lato perchè gl'ipocotili di tutte le pianticelle cominciassero immediatamente ad inclinarsi verso la finestra, descrivendo delle linee a zig-zag. Il cammino di uno di questi ipocotili è indicato in A (fig. 171): dopo di essersi diretto verso la finestra dalle 10,50 del mattino alle 12,48 s'inclinò in senso contrario, e ritornò sui suoi passi seguendo una linea circa parallela; descrisse così, dalle 10,50 alle 12,48, una stretta ellisse. Nella sera, quando la luce cominciò a diminuire, l'ipocotilo cessò di dirigersi verso la finestra e circumnutò sopra un piccolo spazio intorno allo stesso punto; durante la notte ebbe un movimento di retrocessione considerevole, ossia si raddrizzò molto di più, sotto l'azione dell'apogeotropismo.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766