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      Dopo 3 ore i cotiledoni avevano una incurvatura dubbia verso la luce, e 7 ore e 40 m. dopo il principio dell'esperienza, erano nettamente, benchè in grado leggero, curvati verso la lampada. Però a questa distanza di 12 piedi, la luce era così debole, che non si potevano vedere nemmeno le pianticelle, nè leggere le grandi cifre romane tracciate sul quadrante di un orologio, nè si poteva scorgere la traccia di un lapis sulla carta, e appena si distingueva una linea nera tracciata coll'inchiostro di Cina. Fummo sorpresi ancora più osservando che un lapis non gettava sulla carta bianca nessuna ombra visibile, per cui le pianticelle subivano l'azione di una piccola differenza di luce sopra una delle loro faccie, che l'occhio umano non poteva percepire. In un altro caso, l'azione fu esercitata da una luce ancora più debole, poichè alcune pianticelle di Phalaris s'inclinarono leggermente verso la stessa lampada posta lontana 20 piedi; a tale distanza non si poteva vedere una macchia di mm. 2,29 di diametro, fatta con l'inchiostro di Cina sopra una carta bianca, ed appena si percepiva una macchia della stessa natura di mm. 3,56 di diametro, sebbene una macchia della prima grandezza sopra indicata apparisca assai grande alla luce ordinaria.(139)
      Determinammo in seguito la grandezza che doveva avere un fascio luminoso per esercitare la sua azione, poichè ciò interessa pel fatto che la luce serve di guida alle pianticelle mentre escono dal suolo attraverso alle fenditure, ed agli oggetti che ingombrano il passaggio.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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