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      Per evitare ogni preconcetto, pregammo tre persone che non conoscevano lo scopo dell'esperienza, di disporre i vasi secondo il grado d'incurvatura dei cotiledoni. La prima persona li ordinò con esattezza, ma rimase lungamente indecisa fra il vaso posto a 12 e quello a 16 piedi dalla lampada, i quali tuttavia ricevettero la luce nel rapporto di 36 a 64. La seconda persona li dispose pure esattamente, ma esitò assai fra il vaso di 8 e quello di 12 piedi di distanza, che avevano ricevuto la luce nella proporzione di 16 a 36. La terza persona diede una disposizione sbagliata ed esitò per quattro vasi. Ciò mostra all'evidenza, come le curvature dei cotiledoni fossero poco diverse nei successivi vasi, malgrado le differenze considerevoli che esistevano nella quantità della luce ricevuta. Bisogna ancora notare che non vi fu eccesso di luce, poichè anche nel vaso più vicino l'incurvatura fu assai lenta e debole. Presso al sesto vaso, a 20 piedi dalla lampada, la luce ricevuta permetteva appena ancora di distinguere sulla carta bianca un punto d'inchiostro di Cina di mm. 3,56 di diametro, ma non un punto di mm. 2,29.
      Il grado d'incurvatura dei cotiledoni di Phalaris in un tempo dato dipende non solo dalla quantità di luce che possono ricevere lateralmente, come anche da quella che avevano ricevuta prima dall'alto o dai lati. Abbiamo già indicato dei fatti analoghi per i movimenti nictitropici e periodici. Di due vasi contenenti delle pianticelle di Phalaris cresciute nell'oscurità, uno fu conservato di seguito nell'oscurità, ed un altro venne collocato alla luce nella serra durante un giorno coperto (26 settembre) ed al mattino successivo sereno.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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