Per quanto potemmo giudicare, la deviazione dalla vera direzione non sorpassava mai un grado o due. A primo aspetto tale estrema esattezza pareva sorprendente, ma in realtà non lo è, poichè un fusto cilindrico verticale, qualunque sia la sua posizione relativamente alla luce, avrà esattamente una metà della sua circonferenza rischiarata, ed una metà nell'ombra; se la differenza nell'illuminazione delle due faccie è la causa determinante l'eliotropismo, un fusto cilindrico dovrà dunque inclinarsi verso la luce con grande esattezza. Però i cotiledoni di Phalaris non sono cilindrici; ma hanno una sezione ovale, il cui grande arco sta al piccolo come 100 sta a 70 (almeno in quello che abbiamo misurato). Non si poteva tuttavia trovare alcuna differenza nell'esattezza delle loro incurvature, sia che le loro faccie strette, oppure le larghe fossero dirette verso la luce, o che occupassero di fronte ad essa una posizione intermedia. Era la stessa cosa per i cotiledoni di Avena sativa, la cui sezione è pure ovale. Per poco che si rifletta, si capirà che qualunque sia la posizione di questi cotiledoni, vi deve essere una linea di massima luce posta esattamente di faccia alla sorgente luminosa, e che da ogni parte di questa linea, l'organo riceverà una eguale quantità di luce; ma se l'ovale è posta obliquamente, rispetto alla luce, quest'ultima si estenderà sopra uno spazio più grande da una parte della linea che dall'altra. Possiamo dire per conseguenza, che la stessa quantità di luce, sia essa diffusa sopra una superficie maggiore, o concentrata su piccolo spazio, produce esattamente i medesimi risultati; i cotiledoni, infatti, nella lunga scatola di cui abbiamo parlato, occupavano relativamente alla luce tutte le possibili posizioni, eppure tutti erano diretti esattamente verso di essa.
| |
Phalaris Avena
|