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      Ci restano dunque da considerare 21 cotiledoni; di questo numero, 17 rimasero tutto il tempo assolutamente diritti; i 4 altri s'inclinarono leggermente verso la luce, ma assai meno fortemente di quelli che erano rimasti liberi negli stessi vasi. Poichè i tubi di vetro, quando non erano anneriti, non impedivano ai cotiledoni di curvarsi fortemente, non si poteva supporre che i cappucci di foglie di stagno assai sottili impedissero questo movimento altrimenti che escludendo la luce. Per provare che le piante non avevano sofferto per il trattamento da esse subìto, levammo i cappucci di 6 pianticelle ed esponemmo queste ultime davanti ad una lampada per lo stesso spazio di tempo di prima: tutte ebbero una incurvatura considerevole nella direzione della luce.
      Poichè restava così provato, che i cappucci da 0,15 a 0,20 poll. di profondità erano più che sufficienti per impedire ai cotiledoni d'inclinarsi verso la sorgente luminosa, ne coprimmo 8 altri con dei cappucci lunghi soltanto da 0,06 a 0,12 pollici. Di essi, 2 rimasero verticali, uno si curvò fortemente, e 5 leggermente verso la luce, ma molto meno delle pianticelle lasciate libere negli stessi vasi.
      Un'altra esperienza fu fatta con un metodo differente: circondammo con dei pezzi di foglie di stagno la parte superiore, ma non la punta reale, di 8 pianticelle abbastanza giovani, lunghe poco più di un pollice. Le sommità e le basi dei cotiledoni rimasero dunque così affatto esposte all'azione di una luce laterale per 8 ore, mentre una zona intermediaria superiore era protetta.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766