Alla loro base, sulla faccia opposta alla luce, si erano formate delle screpolature ben distinte che, viste al microscopio munito di micrometro, raggiungevano una larghezza di poll. 0,02 a 0,03 ed esse si erano evidentemente generate dall'incurvatura verso la luce delle basi interrate dei cotiledoni. Sul lato rischiarato, i cotiledoni erano in intimo contatto colla sabbia, che era assai poco sollevata. Levando con un sottile coltello la sabbia sopra un lato dei cotiledoni, nella direzione della luce, trovammo che la parte curvata, e le screpolature aperte nella sabbia si estendevano ad una profondità di circa poll. 0,1, profondità alla quale la luce non poteva penetrare. Le corde dei brevi archi sotterrati formavano in quattro casi degli angoli di 11°, 13°, 15° e 18° con la perpendicolare. Al mattino successivo queste brevi porzioni curvate si erano raddrizzate sotto l'azione dell'apogeotropismo.
Nell'esperienza seguente, trattammo nello stesso modo dei cotiledoni molto più giovani, ma esponendoli ad una illuminazione laterale abbastanza debole. Dopo alcune ore, un cotiledone curvato, alto 0,3 poll., presentava, nella sabbia, sopra una faccia ombreggiata, una fenditura larga pollici 0,04; un altro, alto soltanto 0,13 poll. aveva determinato una fenditura di poll. 0,03. Ma il caso più curioso fu quello di un cotiledone che stava uscendo da terra, il quale non misurava che 0,03 pollici di altezza e che trovammo curvato nella direzione della luce fino ad una profondità di poll. 0,2 sotto la superficie.
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