Si copersero dei semi con uno strato di sabbia fina come quella di cui abbiamo parlato a proposito della Phalaris, grosso 1/4 di pollice, e quando gl'ipocotili ebbero raggiunto un'altezza fra 0,4 a 0,55 pollici, furono esposti per 9 ore davanti ad una lampada, dopo che le loro basi erano state circondate fittamente da sabbia umida. Tutti s'inclinarono verso terra, di guisa che la loro parte superiore era assai avvicinata al suolo e quasi parallela ad esso. Dalla parte della luce le loro basi erano in intimo contatto colla sabbia che qui era alquanto ammonticchiata, dalla parte opposta vi erano delle screpolature semicircolari larghe oltre 0,01 poll.; ma non erano nette e regolari come quelle ottenute colle pianticelle di Phalaris e di Avena, laonde non potemmo misurarle sotto al microscopio con facilità. Quando fu levata la sabbia, gl'ipocotili si trovarono curvati fino ad una profondità che, in tre casi, era almeno di 0,1 poll. sotto la superficie, in un quarto caso di 0,11 poll. ed in un quinto 0,15 poll. Le corde degli archi formate dalle porzioni corte sotterrate e curvate facevano colla perpendicolare degli angoli di 11° a 15°. Da quanto sappiamo intorno all'impermeabilità della sabbia alla luce, l'incurvatura degl'ipocotili si estendeva certamente ad una profondità dove quest'agente non poteva penetrare; è quindi necessario ritenere che l'incurvatura sia stata determinata da un'influenza trasmessa dalla parte superiore rischiarata.
Le metà inferiori di cinque giovani ipocotili furono circondate con foglioline d'oro trasparenti, e dopo 8 ore di esposizione davanti ad una lampada, tutte queste pianticelle erano inclinate verso la luce quanto le pianticelle lasciate libere.
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Phalaris Phalaris Avena
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