Quando questa è sviata da un ostacolo sotterraneo, è pure un vantaggio prezioso che una lunghezza considerevole della radichetta possa curvarsi (tanto più che l'estremità stessa cresce lentamente e si curva poco), affinchè l'organo possa così riprendere più presto il cammino verso il basso. Ma sembrava, a prima vista, indifferente che questo risultato fosse ottenuto dalla sensibilità al geotropismo di tutta la parte in via d'accrescimento, o da un'influenza trasmessa esclusivamente col mezzo della radichetta. Dobbiamo però ricordarci che si è l'estremità che è sensibile al contatto degli oggetti duri, e che determina l'allontanamento della radichetta, guidandola così nel suolo seguendo le linee della minore resistenza. Ed ancora, è soltanto l'estremità che è sensibile, almeno in alcuni casi, all'umidità, e che determina l'incurvatura della radichetta verso la di lei sorgente. Queste due sorta di sensibilità sono per qualche tempo più forti del geotropismo che prevale più tardi. Dunque i tre generi di sensibilità devono spesso trovarsi in antagonismo; uno è più forte in principio, poi lo è l'altro; sarebbe un vantaggio, forse una necessità per l'accordo e l'equilibrio di queste tre sensibilità, ch'esse fossero tutte localizzate nello stesso gruppo di cellule che deve trasmettere i loro comandi al resto della radichetta e che determina la sua incurvatura verso la sorgente d'irritazione, o in senso contrario.
Finalmente, questo fatto che l'estremità sola è sensibile all'azione della gravità è importante per la teoria del geotropismo.
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