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      0,83; essa è dunque più sensibile che il viticcio più delicato, quello, per es., di Passiflora gracilis, che è appena influenzato da un pezzo di filo di ferro pesante 1/50 di grano. Ma anche questo grado di sensibilità è poco apprezzabile se lo si confronta con quello delle ghiandole di Drosera, che sono eccitate da particelle il cui peso non raggiunge che 1/78740 di grano. La sensibilità dell'estremità radicolare non si saprebbe spiegare colla sottigliezza dei tessuti che la circondano, poichè è protetta da una piloriza relativamente grossa. Benchè la radichetta si allontani quando si tocchi leggermente la sua estremità con un caustico (ed è questo un fatto notevole), tuttavia se il danno causato dalla cauterizzazione è troppo grande, il potere di trasmettere l'eccitazione alle parti vicine va completamente perduto. Sappiamo che si possono trovare altri casi analoghi.
      Quando una radichetta è stata deviata da un qualsiasi ostacolo, il geotropismo agisce per riportare l'estremità nella direzione della perpendicolare; ma il geotropismo non possiede una forza molto grande, e qui entra in azione, come lo ha provato il Sachs, un altro movimento di adattazione dei più interessanti. Le radichette, ad alcuni millimetri dalla loro estremità sono sensibili ad un contatto prolungato, e s'inclinano, sotto a quest'influenza, in modo da dirigersi verso l'oggetto che le tocca, in luogo di allontanarsi, come lo fanno quando il contatto ha luogo ad un lato della loro estremità. Di più, l'incurvatura così prodotta è brusca, e si estende soltanto alla parte eccitata.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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