Una grande analogia della stessa natura, ma più calzante ancora, si mostra in ciò che la sensibilità all'azione luminosa è localizzata nell'estremità dei cotiledoni di Phalaris e di Avena e nella parte superiore degl'ipocotili di Brassica e di Beta; ed in ciò che è la trasmissione di una influenza da questi punti alle parti inferiori, che determina l'incurvatura di queste ultime. Tale influenza si trasmette pure sotto terra ad una profondità che la luce non può raggiungere. Risulta da questa localizzazione che le parti inferiori dei cotiledoni di Phalaris, ecc., che normalmente s'inclinano più fortemente delle superiori verso una luce laterale, possono essere brillantemente rischiarate per parecchie ore senza mostrare la minima incurvatura se la luce non ha potuto raggiungere le loro estremità. È interessante di coprire con un cappuccio le estremità cotiledonari di Phalaris, e di lasciar penetrare attraverso ad aperture minute da un lato del cappuccio una luce assai debole; la parte inferiore del cotiledone s'inclinerà allora verso questo lato, e non verso il punto che durante tutto il tempo sarà stato fortemente rischiarato. Nelle radichette di Sinapis alba, la sensibilità dell'azione luminosa risiede pure nell'estremità, che quand'è rischiarata lateralmente, determina l'incurvatura afeliotropica delle altre parti della radice.
La gravità eccita le piante ad allontanarsi dal centro della terra, o ad avvicinarvisi, od a collocarsi trasversalmente in rapporto ad esso. Benchè sia impossibile di modificare direttamente l'attrazione della gravità, la sua influenza può però essere moderata indirettamente, impiegando i diversi mezzi indicati nel Capitolo X. In tali circostanze i movimenti apogeotropici e geotropici, e probabilmente pure i movimenti diageotropici, si mostrano evidentemente come forme modificate della circumnutazione, nello stesso modo, come l'abbiamo visto per l'eliotropismo.
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