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      In questo lavoro magistrale il Darwin nega la creazione indipendente degli organismi, e sostiene che tutti gli esseri viventi discendono da una o poche forme primitive, apparse alla superficie terrestre in tempi remotissimi. Della origine di questi prototipi il Darwin non si occupa, ritenendola una questione al presente insolubile; ma indaga le ragioni ed il modo della loro trasformazione in un numero infinito di specie fossili e viventi. E giunge a questo risultato: si producono annualmente pių germi di quelli che possono vivere e generare, onde scaturisce la lotta per l’esistenza o concorrenza vitale, nella quale vincono le forme meglio adatte alle condizioni di vita in cui si trovano; questa sopravvivenza del pių adatto č l’elezione naturale, che costituisce la caratteristica della teoria darwiniana di fronte alle analoghe idee esposte dal Lamarck nella sua Filosofia zoologica nel 1809. La dottrina del naturalista inglese si compendia per conseguenza in questa semplicissima formola: Le specie nascono dalle preesistenti per lenta e graduata trasformazione, vivono fintantochč le condizioni di vita restano inalterate, al mutarsi delle quali o muoiono, se non sono preservate da utili variazioni, o si tramutano in forme affini e pių perfette.
      A cotali risultati il Darwin č arrivato principalmente colla osservazione degli animali domestici e delle piante coltivate, la quale insegna che nč gli uni nč le altre sono forme rigide ed immutabili, ma possono essere modificate colla selezione o scelta artificiale, in maniera da costituire razze o varietā che differiscono fra di loro assai pių che non molte specie allo stato di natura.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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