Le opere del Darwin, dell’Huxley e dell’Haeckel, per parlare soltanto delle principali, apparse dopo quell’epoca, vendicarono quell’atto, e resero impossibili per l’avvenire altre deliberazioni di cotesto genere che offendono la libertà degli studi.
Le idee ora esposte sull’origine dell’uomo furono l’argomento di molte e violentissime critiche: sorsero grida di offesa dignità umana, quasi che questa scaturisse dai blasoni, piuttostochè dalla rettitudine del carattere e dall’onestà delle azioni, e piovvero a dirotta i frizzi e i motteggi a sfogo e consolazione delle menti timorose: ma nessuno di questi sedicenti difensori dell’umanità ha contrapposto fatti ai fatti, osservazioni alle osservazioni, laonde possiamo ben esclamare coll’immortale Galileo, essere una soperchieria opporre l’autorità dei nomi a chi avanza colla potenza delle ragioni, nè fu nel torto l’Huxley, quando irritato da cotesto frivolo procedimento, pronunziava la nota frase: Preferisco essere una scimmia nobilizzata anzi che un Adamo degenerato. Il Darwin stesso, del resto, aveva già preveduta l’accusa, e tentato di schermirsi colle seguenti testuali parole: “A meno di voler proprio chiudere gli occhi, noi possiamo, mercè le nostre attuali cognizioni, riconoscere approssimativamente il nostro parentado; e non dobbiamo arrossirne. Il più umile organismo è qualcosa di molto più elevato che non la polvere inorganica che ci sta sotto i piedi; e nessuno fornito di mente imparziale può studiare una qualche creatura vivente, per quanto umile essa sia, senza rimanere preso da entusiasmo per la sua maravigliosa struttura e le sue proprietà”.
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