Nella prima delle opere succitate il Darwin tratta con diffusione della scelta in rapporto col sesso, ed aggiunge ai due principii dell’elezione artificiale e naturale, che già conosciamo, quello della scelta od elezione sessuale, col quale spiega le così dette differenze sessuali secondarie, ossiano quei caratteri, nei quali, prescindendo dagli organi essenziali del sesso, i maschi differiscono dalle rispettive femmine. Cotali differenze si dividono in due categorie, di cui una comprende le armi, ad esempio le corna, le zanne e gli sproni: l’altra le attrattive, ad esempio i vivi colori, gli atteggiamenti graziosi ed il canto melodioso. Le armi sono l’effetto della lotta cruenta, spesso fierissima, che combattono i maschi di molte specie animali pel possesso della femmina, nella quale il meglio provveduto riporta la vittoria e riesce a trasmettere ai suoi discendenti le proprie qualità; le attrattive invece scaturiscono dalla concorrenza o lotta incruenta tra i maschi medesimi allo stesso fine, nella quale vincono quelli che in qualsivoglia maniera sanno cattivarsi la simpatia della femmina, la conquidono, e propagano così le proprie prerogative.
L’infinita varietà degli organismi, che vive alla superficie terrestre sia allo stato naturale, come a quello di domesticità e di coltura, è quindi dovuta all’azione delle tre cause sopra accennate, che sono la sopravvivenza del più adatto, l’elezione sessuale e la scelta artificiale. Chi ha studiato il mondo organico colla guida delle vecchie dottrine di Linneo od anche di Cuvier, e lo rivede colla scorta di questi nuovi principii esplicativi, resta sorpreso davanti alla benefica influenza del darwinismo, il quale distrugge molte prevenzioni, detronizza le frasi che non hanno un preciso significato, ed inonda tutti i rami della biologia di vivissima luce.
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