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      L’influenza della teoria darwiniana non rimane circoscritta alle sole discipline naturali; ma si estende a tutti i rami dello scibile. Così, la linguistica ha ordinato le varie lingue in gruppi sottoposti ad altri, ed ha stabilito delle categorie che corrispondono alle varietà, alle specie, alle famiglie, ecc., delle classificazioni adottate dagli zoologi e dai botanici; e parla di un albero genealogico delle lingue nel senso medesimo che è usato dalla teoria dell’evoluzione. La prima origine del linguaggio costituisce un problema così oscuro, come la prima apparsa della vita sulla terra; ma d’altra parte uomini competenti credono possibile di dimostrare, che da una lingua primitiva della più semplice struttura sieno discese tutte le altre oggi parlate, divergendo viepiù nella loro organizzazione e viepiù perfezionandosi; ed è ammissibile del pari, che l’infinita varietà dei dialetti e degli idiomi odierni sia dovuta all’alleanza di cause diverse, tra cui primeggiano il multiforme sviluppo dell’intelligenza, il perfezionamento maggiore o minore dell’apparecchio nerveo che muove gli organi vocali, ed una scelta inconscia dei vocaboli e dei rapporti grammaticali, lungamente praticata dall’uomo, non dissimile dalla elezione artificiale che ha agito così potentemente sugli animali domestici e sulle piante coltivate.
      Quanti insegnamenti possa trarre lo storico dalla teoria darwiniana, non v’è chi non lo vegga. In ogni paese, nel corso dei secoli, un popolo succede ad un altro: il più debole è sopraffatto e vinto dal più forte, diminuisce di numero e d’influenza, e finalmente scompare.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343