Ma io mi proverò di dimostrare nel sesto capitolo della presente edizione che degli atoll, che sono rimasti per lungo tempo ad un livello stazionario, presentano con frequenza la falsa apparenza d’essere stati leggermente elevati.
Quantunque io non accetti nelle loro conclusioni tutte le osservazioni e critiche di questo eminente naturalista, il quale ha esaminato più formazioni di corallo che forse qualsiasi altro scienziato, non ammiro meno la sua opera. Egli mi ha dato una grande soddisfazione accettando questa proposizione fondamentale, che gli atoll e le barriere sono stati formati durante i periodi d’abbassamento.
Il defunto professore Jukes, nella sua relazione del viaggio di H.M.S. Fly, pubblicata nel 1847, ha consacrato un capitolo alle barriere dell’Australia, e conclude: «Dopo di aver visto molte di queste grandi barriere, riflesso lungo tempo sulla loro natura e provato in tutti i modi se era possibile di evitare le conclusioni alle quali il Darwin è arrivato, io non posso che aggiungere che la sua ipotesi è, a mio credere, assai soddisfacente, e che essa anzi si eleva al disopra di una semplice ipotesi ed assume il valore d’una vera teoria della formazione dei banchi di corallo».
D’altra parte, un distinto naturalista, il professore Semper, differisce molto d’opinione da me, quantunque sembri disposto ad ammettere che alcuni atoll e barriere sieno stati formati come io l’ho supposto.
Darò nell’appendice al capitolo delle isole Pelew, che egli studiò diligentemente, un riassunto delle sue obbiezioni, e stabilirò soltanto là che il suo modo di vedere non differisce essenzialmente da quello di Chamisso che sarà discusso in seguito.
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