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      Inoltre la stessa esistenza di questo canale esclude l’idea dell’accrescimento esterno del banco, sopra un fondo lentamente formato dall’accumularsi del proprio detrito e sedimento. Non si può nemmeno ritenere che i coralli, i quali costruiscono i banchi, non crescano che ad una grande distanza dalla terra; poichè, come lo vedremo presto, esiste tutta una classe di banchi che traggono il loro nome dalla proprietà che hanno (specialmente ove il mare è profondo), di crescere stipati e intimamente congiunti alla riva. Alla Nuova Caledonia (vedasi tav. II, fig. 5), i banchi, che si estendono di fronte alla costa ovest, si prolungano nella medesima direzione sopra uno spazio di 150 miglia al di là dell’estremità nord dell’isola, e questo fatto mostra che è necessario di cercare una spiegazione affatto differente da quelle che furono esposte. Se in origine l’isola si fosse prolungata sopra una lunghezza eguale a quella del banco, e se l’estremità nord fosse stata dilavata in modo da trovarsi di qualche poco sotto il livello del mare, come accade che i banchi di corallo si trovano fissati non sulla cresta centrale ma sulla medesima linea dei banchi che stanno ancora di fronte alle rive esistenti attualmente? Vedremo più tardi che vi è una soluzione, ed io credo una sola, di questo problema.
      Rimane un’altra ipotesi per spiegare la posizione dei banchi circondanti, ma essa quasi non merita di essere ricordata; alcuni autori pretendono ch’essi riposino sopra degli enormi crateri sottomarini, che circondano le isole racchiuse.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





Nuova Caledonia