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      Ad eccezione di Bermuda, non vi è il minimo banco di corallo in tutta la parte centrale dell’Oceano Atlantico. Si potrebbe forse pensare che la quantità più o meno grande di carbonato di calce, nelle differenti parti dell’Oceano, possa influire sulla presenza dei banchi. Ma non è così, poichè all’isola dell’Ascensione, le acque, che ne sono soprasature, lasciano depositare sulle roccie uno strato abbondante di materia calcarea, e a Sant-Jago, nell’Arcipelago del Capo Verde, non soltanto è abbondante il carbonato di calce sulle coste, ma esso costituisce pure la maggior parte di certi strati sollevati posteriormente al periodo terziario. È dunque impossibile di spiegare del tutto, con una delle cause sopramenzionate, la distribuzione, in apparenza capricciosa, dei banchi di corallo; ma siccome lo studio dei viventi della metà della terra meglio conosciuta deve convincere ognuno che nessun sito, atto ad alimentare la vita va perduto, – e di più, che si stabilisce in ogni parte una lotta per l’esistenza, fra questi differenti organismi, – possiamo concludere che nelle regioni del mare intertropicale dove non vi sono dei banchi di corallo, esistono altri esseri organizzati, i quali tengono il posto dei polipi costruttori di banchi. È stato dimostrato nel capitolo che tratta dell’atoll Keeling, che alcune specie di grandi pesci e tutta la classe delle oloturie divorano le porzioni più tenere dei coralli. D’altra parte i polipi debbono alla loro volta divorare altri esseri organizzati, e soffrirebbero certamente se avvenisse una diminuzione, portata da una causa qualunque, delle specie che sono la base della loro alimentazione.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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