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      Sulla rapidità di accrescimento dei banchi di corallo.
      L’osservazione fatta alla fine della precedente sezione ci conduce naturalmente a questo lato del nostro soggetto, il quale, secondo me, non è stato sino al presente considerato sotto il suo vero punto di vista. Ehrenberg70 ha ritenuto che, nel mar Rosso, i coralli rivestano soltanto altre roccie di uno strato di 1 a 2 piedi di spessore, o di una tesa e mezzo al più, e non crede che, in nessun caso, possano formare col loro accrescimento delle grandi masse disposte strato sopra strato. Un’osservazione circa simile è stata fatta da Quoy e Gaimard,71 relativamente allo spessore di alcuni strati sollevati di corallo che esaminarono a Timor, e su alcuni altri punti. Ehrenberg72 vide nel mar Rosso alcune grandi masse di corallo, ch’egli immaginò di una sì grande antichità, che avrebbero potuto essere state contemporanee di Faraone; e secondo C. Lyell,73 si trovano a Bermuda certi coralli che sono conosciuti per tradizione per avere vissuto parecchi secoli.74 Per dimostrare con quanta lentezza i banchi di corallo crescano in alto, il capitano Beechey75 ha citato il caso del banco Dolphin davanti a Tahiti, che è rimasto alla medesima profondità sotto alla superficie dell’acqua, di circa due tese e mezza, durante un periodo di settantasette anni. Esistono nel mar Rosso76 dei banchi che non sembrano aver subìto nessun aumento nella loro dimensione durante l’ultimo mezzo secolo, e probabilmente durante i due ultimi secoli, come sembra risultare dai confronti delle carte vecchie con le nuove.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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