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      Il luogotenente Wellstead I. N. m’informa che nel golfo Persico in capo a venti mesi una nave ebbe coperta la sua corazza di rame da uno strato di corallo di due piedi di spessore, e che si dovette usare molta forza per levarlo quando la nave fu rimpalmata: egli però non sapeva a quali specie questi coralli appartenessero.87 Questo fatto avvalora in qualche modo le esperienze del dottore Allan. È pur bene di ricordare, in appoggio a quanto venne detto, il caso del canale da goletta, che è stato ostruito dal corallo in meno di dieci anni, nella laguna dell’atoll Keeling. Possiamo pure concludere dalla pena che si prendono gli abitanti delle isole Maldiva per sradicare, secondo la loro espressione, i monticelli di corallo dai loro posti, che l’accrescimento di questi polipai in quella località non deve essere molto lento. Aggiungerò che Duchassaing spezzò tutte le Madrepore che crescevano in una determinata località di una baia della Guadalupa, e nello spazio di due mesi, trovò che vi era un numero di coralli più grande di prima.88
      Dai fatti esposti in questa sezione si può concludere, in primo luogo che sono state certamente formate delle roccie di gran spessore durante il periodo geologico attuale in seguito all’accrescimento dei coralli e all’accumularsi dei loro detriti; e secondariamente che l’accrescimento dei coralli presi sia individualmente sia in masse, formanti banco, così bene all’esterno come orizzontalmente, oppure in alto o verticalmente, e in condizioni favorevoli, non è lento, si prendano per termine di confronto tanto le oscillazioni medie della crosta terrestre, quanto ciò che è più preciso ma ha meno valore, un ciclo d’anni determinato.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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