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      Il capitano Moresby attribuisce la minima profondità, alla quale i coralli possono vivere nei luoghi designati da Ehrenberg, alla quantità maggiore di sedimento che vi si trova; le località ove essi prosperavano alla profondità di 25 tese erano protette, e l’acqua vi era limpidissima. Nella parte sotto il vento dell’isola Maurizio, ove trovai il corallo, che cresceva ad una profondità di qualche poco maggiore che all’atoll Keeling, il mare, probabilmente in causa dello stato di calma in cui si trovava, era pure assai limpido. Nelle lagune di alcuni degli atoll Marshall, dove l’acqua non può venire agitata che leggermente, esistono, secondo Kotzebue, dei campi di corallo vivente alla profondità di 25 tese. Avuto riguardo a questi numerosi fatti, e tenendo conto del modo con cui i letti formati esclusivamente di corallo, davanti all’isola Maurizio, l’isola Keeling, gli atoll Malediva e Ciagos, si trasformarono gradatamente in declivi sabbiosi, sembra molto probabile che la profondità alla quale possono esistere i polipai costruttori di banchi sia determinata in parte dall’estensione dell’area inclinata che le correnti marine e il movimento di ritorno delle onde hanno il potere di conservare sgombra di sedimento.
      Quoy e Gaimard92 ritengono che l’accrescimento del corallo sia confinato entro limiti di profondità assai ristretti, ed asseriscono di non aver mai trovato nessun frammento d’Astraea (del genere ch’essi considerano come il più efficace per la formazione dei banchi) al di là di una profondità di 25 a 30 piedi.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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