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      Nella parte ovest dell’arcipelago Carolina vi è uno spazio di 480 miglia di lunghezza sopra circa 100 di larghezza, disseminato di alcune basse isole. Finalmente, nell’oceano Indiano, l’arcipelago di Maldiva ha 470 miglia di lunghezza e 60 di larghezza; quello di Laccadives 150 per 100 miglia: siccome esiste un’isola bassa fra questi due gruppi, così si possono considerare come un gruppo solo di 1,000 miglia di lunghezza. Ad esso si può aggiungere il gruppo Ciagos, il quale è situato a 280 miglia più al sud sul prolungamento dell’asse che passa per l’estremo sud di Maldiva. Questo gruppo, comprendendovi i banchi sommersi, ha 170 miglia di lunghezza e 80 di larghezza. È così meravigliosa l’uniformità di direzione di questi tre arcipelaghi, di cui tutte le isole sono basse, che il capitano Moresby, in una delle sue memorie, li considera come costituenti le parti di una grande catena avente quasi 1,500 miglia di lunghezza.
      Sono dunque pienamente nel vero, ripetendo che immensi spazi fra gli oceani Pacifico e Indiano sono disseminati d’isolotti di cui nessuno si eleva al disopra dell’altezza alla quale le onde ed i venti del mare aperto possono accumulare il materiale.
      Quali sono dunque le fondamenta che hanno servito di base alla costruzione di questi banchi ed isolotti di corallo? In origine ha dovuto esistere sotto ad ogni atoll un fondo, situato a quella data profondità che, come abbiamo detto, è indispensabile al primo accrescimento dei costruttori dei polipai che formano i banchi.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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