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      Couthouy però stabilì (Osservaz., p. 45) che così bene a Tahiti come ad Eimeo lo spazio fra la barriera e la riva è stato quasi colmato: «una scogliera frangente quasi continua circonda l’isola e varia da alcuni yards a più di un miglio di larghezza, mentre le lagune formano semplicemente dei canali fra essa e il banco marino» cioè la barriera. Tapamanoa è circondata da un banco ad una distanza considerevole dalla riva; giacchè l’isola essendo piccola non è attraversata, come me lo assicura W. Ellis, che da un canale stretto e tortuoso. Si è questa la più bassa isola del gruppo, la sua altezza non eccede probabilmente i 500 piedi. Un po’ al nord di Tahiti si trovano i bassi isolotti di corallo di Teturoa; dalla descrizione che è stata data da J. Williams (fautore di una narrazione «of Missionary Enterprise») avrei creduto ch’essi formassero un piccolo atoll, e la mia opinione sarebbe confermata da quella di D. Tyerman e G. Bennett (Journ. of Voy. and Travels, vol. I, pag. 183), i quali dicono che dieci bassi isolotti di corallo «sono compresi in un banco generale e separati l’uno dall’altro da lagune interposte.» Ma siccome Stutchbury (West of England Journal, vol. I, pag. 54) lo descrive come formato di un semplice banco di roccia stretta, l’ho lasciato senza colore. Maitea, all’est del gruppo, è classificata da Forster come un’alta isola in forma d’anello e circondata; ma da quanto dissero D. Tyerman e G. Bennett (vol. I, pag. 57), sembra essere un cono eccessivamente scosceso, elevantesi dal mare senza alcun banco; perciò l’ho lasciata senza colore.


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Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche
di Charles Darwin
Utet
1888 pagine 343

   





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