V, parte I, p. 103). La forma del banco o scogliera che porta sopra uno dei lati le isole, nel suo aspetto generale ricorda un atoll, ma sotto i rapporti che seguono esiste una differenza notevole; in primo luogo perchè l’orlo del banco non forma (come me lo assicurò Chaffers R.N.) una superficie piana e solida, che viene messa a nudo a bassa marea; in secondo luogo perchè la profondità dell’acqua diminuisce gradatamente durante circa un miglio e mezzo di larghezza intorno al banco intero, come si può vederlo nella carta del capitano Hurd; e finalmente per l’estensione, l’altezza e la forma straordinaria delle isole che presentano poca somiglianza cogli isolotti lunghi, stretti e semplici sorpassanti raramente un mezzo miglio di larghezza, che coronano i banchi annulari di quasi tutti gli atoll degli oceani Pacifico ed Indiano. Inoltre vi sono prove evidenti (Nelson, ibid., p. 118) che delle isole simili a quelle che esistono attualmente, si estendevano altravolta sopra altre parti del banco. Sarà, io credo, difficile di trovare un vero atoll avente una terra eccedente i 30 piedi di altezza, mentre che Nelson ritiene 260 piedi l’altezza massima del punto più alto delle Bermude; tuttavia, se l’ipotesi di Nelson, il quale ritiene che tutta la terra è composta di sabbia portata dal vento, accumulata ed agglutinata, è esatta, questa differenza non avrebbe importanza; ma risulta dalla sua descrizione (p. 118) che si trovano in una località cinque o sei strati di terra rossa, la cui stratificazione è alternata con della roccia calcarea ordinaria, e racchiudono delle pietre troppo pesanti perchè possano essere state smosse dal vento, senza che questo abbia nello stesso tempo completamente disperso ogni frammento della materia accumulata che li accompagna.
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