Nella stupenda carta di Pernambuco, fatta dal barone Roussin (Le Pilote du Brésil) questa barriera è rappresentata come avente sopra una lunghezza di parecchie leghe una direzione affatto rettilinea; su quale estensione essa conservi la stessa composizione, lo ignoro; ma dalle descrizioni fornitemi da intelligenti piloti indigeni, apparisce che essa in certe località della costa è sostituita da veri banchi di corallo.
Quantunque la superficie superiore debba essere considerata nel suo insieme come liscia, essa però presenta in causa di una disgregazione ineguale delle numerose piccole irregolarità. I più grossi ciottoli racchiusi formano sporgenza, portati da piccoli piedestalli di arenaria. Vi si trovano pure molte cavità sinuose, 2 a 3 pollici, larghe e profonde, e lunghe da 6 pollici a 2 piedi. Gli angoli superiori di questi franamenti pendono qualche volta leggermente oltre i fianchi, e terminano bruscamente con un contorno rotondato. Talvolta un franamento si biforca in due braccia; ma di solito corrono paralleli fra di loro in una direzione obliqua alla cima di arenaria.
Non so come spiegare la loro origine senza ammettere la lavatura in ogni senso dei ciottoli situati originariamente in piccole depressioni per mezzo delle onde che si spezzano continuamente sulla barriera. Il fatto che alcuni di questi franamenti erano coperti di numerose piccole Actinie viventi è contrario a questo modo di vedere. La superficie esterna della barriera è coperta di un debole strato di materia calcarea; sulle masse esterne ed inferiori, che non possono essere raggiunte che a bassa marea, nell’intervallo di tempo che intercede fra le due onde rompentisi successive, questa materia è talmente grossa che raramente potei mettere a nudo l’arenaria coll’aiuto di un pesante martello.
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