I.V.F. Lamouroux175 dice trovarsi il corallo a profondità diversa, e non convenirgli ogni esposizione, perchè sulle coste della Francia copre le roccie esposte a mezzodì, essendo raro su quelle volte a levante od ovest, e non trovandosi mai sopra quelle inclinate a tramontana. Soggiunge che non rinviensi a profondità minore di tre, nè maggiore di trecento metri. Afferma che nello stretto di Messina predilige la costa orientale, dove si pesca bensì alla profondità di 100 a 200 metri, ma si trova anche ad una maggiore di 300 metri.
Canestrini G. ed R.176 ritengono come regola generale, che il corallo viva alla profondità di cinquanta fino a duecento metri; sebbene ammettano delle eccezioni a questa regola. Lacaze-Duthiers ha udito che può trovarsi anche alla profondità di 10 metri, ma questa notizia merita conferma. Egli dice: «On m’a affirmé qu’à Mansouria, sur les côtes de Kabylie, on avait trouvé du corail à 10 mètres. Il y a là évidemment des recherches à faire, des faits à bien établir».177 D’altra parte, nel mare di Sciacca il corallo rinviensi ad una profondità anche maggiore di 200 metri, ma l’eccedenza è molto lieve e dippiù è nato il sospetto, che in quella regione sia avvenuto un abbassamento del suolo.
Nota V.
Arturo Issel. Le oscillazioni lente del suolo o bradisismi, saggio di geologia storica (Atti della R. Università di Genova, vol. V. Genova, 1883). È questo un lavoro di gran pregio che sarà consultato con profitto da tutti quelli che leggono la presente Opera del Darwin.
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