Tuttavia Youatt dà il disegno d'una bella scoltura di due giovani levrieri proveniente dalla villa Antonina. Sopra un monumento assiro circa 640 anni avanti G. C. trovasi raffigurato un enorme mastino(8); e secondo il Rawlinson (come ne fui informato al Museo Britannico) simili cani s'importano ancora in quel paese. Io ho esaminato i magnifici lavori di Lepsius e Rosellini, e ho trovato rappresentate parecchie varietà di cani sui monumenti egiziani dalla quarta alla dodicesima dinastia, cioè dal 3400 al 2100 avanti Cristo. I più si accostano al levriere, ma verso l'ultimo periodo si trovano effigiati dei cani simili al segugio, a orecchie pendenti, ma col dorso più allungato e la testa più a punta che nei nostri. Vi è un bassotto a gambe corte e torte, analogo alla varietà ora esistente; ma questo genere di mostruosità è si comune in diversi animali, come ad esempio nel montone Ancon, e secondo Rengger, nel jaguar del Paraguay, che sarebbe forse temerario riguardare l'animale rappresentato nei monumenti come lo stipite di tutti i nostri bassotti. Il colonnello Sykes(9) ha descritto un cane pariah indiano che ha lo stesso carattere mostruoso. Il cane più antico figurato sui monumenti egiziani è uno dei più singolari, rassomiglia ad un levriere, ma ha le orecchie lunghe ed acute, e la coda corta e ricurva; ne esiste ancora nell'Africa del Nord una varietà assai vicina, giacchè E. Vernon Harcourt(10) racconta che il cane, col quale gli Arabi cacciavano il cinghiale "è un animale geroglifico e bizzarro, come quello adoperato per la caccia da Cheope, e somiglia un poco al cane da cervo scozzese; esso ha la coda assai ravvolta sul dorso, e le orecchie si distaccano ad angolo retto". Un cane somigliante al pariah ha coesistito con questa antichissima varietà.
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