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      Oltre a ciò, dagli esperimenti di Flourens parrebbe che i meticci si fossero incrociati fra loro per tre o quattro generazioni, e questa circostanza deve quasi certamente avere aumentata la tendenza alla sterilità. Parecchi anni fa io vidi nel Giardino zoologico di Londra una femmina ibrida, nata da un cane inglese e da uno sciacallo, che anche nella prima generazione, come m'avvertì il suo custode, era così sterile che non si manifestava disposta all'accoppiamento; ma vi sono tanti casi di meticci fecondi, che questo fatto è certamente eccezionale. Quasi tutti gli esperimenti d'incrociamento degli animali danno luogo a tante cause di dubbio, che è difficile poterne inferire una conclusione positiva. Mi parrebbe tuttavia che coloro, i quali credono che i nostri cani siano discesi da parecchie specie, debbano ammettere non solo che la loro prole dopo un lungo periodo di domesticità abbia perduto generalmente ogni tendenza alla sterilità, quando siano tra loro incrociati, ma anche che fra certe razze di cani e alcuno dei loro progenitori presupposti siasi conservato e forse anche acquistato un certo grado di sterilità.
      Non ostante le difficoltà relative alla fecondità, accennate negli ultimi due paragrafi, ove si rifletta alla poca probabilità che l'uomo non abbia domesticato in tutto il mondo che una sola specie d'un gruppo così ampiamente distribuito, così facilmente domesticabile e così utile; riflettendo di più, quanto siano antiche le varie razze e quanto simili fra loro di struttura e di costumi i cani domestici delle varie contrade e le specie selvaggie che ancora vi abitano, ne risulta quasi ad evidenza la moltiplicità dell'origine dei nostri cani.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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