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      Noi possiamo attribuire parte della differenza di forma esteriore e di costituzione all'eredità di stipiti selvaggi distinti, cioè ai cambiamenti effettuati dalla natura anteriormente alla domesticità. Bisogna accordare qualche cosa agli incrociamenti fra le razze domestiche e naturali. Ma dovrò tra poco ritornare sull'incrociamento delle razze. Abbiamo già visto come i selvaggi incrociano i loro cani colle specie selvaggie native, e Pennant(78) cita un esempio curioso di Fochabers nella Scozia, dove una moltitudine di cani che popolano quelle contrade, hanno l'aspetto del lupo in conseguenza dell'introduzione di un solo meticcio di questo animale selvaggio.
      Ei pare che sino ad un certo punto il clima modifichi direttamente le forme dei cani. Noi abbiamo già visto che parecchie delle nostre razze inglesi non ponno vivere nell'India, ed è con certezza constatato che quivi, dopo poche generazioni, degenerano non solo nelle facoltà mentali, ma anche nelle forme. Il capitano Williamson(79), che studiò accuratamente questo soggetto, assicura che i segugi tralignano più rapidamente, ma che tralignano anche i cani levrieri e cani da ferma inglesi. Per contro i bracchi, dopo otto o nove generazioni, senza incrociarsi coi cani europei, si conservano buoni come i loro progenitori. Il dottor Falconer mi partecipa che gli alani, i quali appena importati altrove, provocarono un elefante attaccandolo alla proboscide, dopo due o tre generazioni furono visti non solamente a perdere della loro energia e ferocia, ma anche a diminuire nello sviluppo della mascella inferiore, e diventare i loro musi più sottili e i loro corpi più leggeri.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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