Fig. 2.
Testa del Porco giapponese (copiata dal BARTLETT, l. c.).
Il porco giapponese (S. pliciceps Gray), che tempo fa era visibile nel Giardino zoologico, ha un aspetto strano pel capo assai breve, per la fronte ed il naso larghi, per le orecchie grandi e carnose, e per la cute profondamente solcata. La inserita incisione in legno (fig. 2) è la copia di un disegno fatto dal sig. Bartlett(161). Non solo ha solcata la faccia, ma inoltre ha grosse pieghe cutanee, che sono più dure delle altre parti, pendenti dalle spalle e dal tronco simili alle placche del rinoceronte indiano. Esso è nero con piedi bianchi e riproduce fedelmente il suo tipo. Non vi può essere alcun dubbio che sia da lungo tempo addomesticato, locchè risulta dal fatto, che i suoi giovani non sono rigati longitudinalmente, carattere questo comune di tutte le specie del genere Sus, e dei generi affini allo stato naturale(162). Il dottor Gray(163) ha descritto il cranio di questo animale, che egli non solo crede di specie distinta, ma colloca in una sezione speciale del genere. Nathusius però, dopo uno studio esatto dell'intero gruppo, ha constatato positivamente (Schweineschädel, p. 153-158), che il cranio somiglia, in tutti i caratteri essenziali, a quello della razza cinese a corte orecchie del tipo S. indicus. Nathusius crede quindi il porco giapponese una varietà domestica del S. indicus. Se ciò è vero, ci troviamo di fronte ad un esempio ammirabile dell'ampiezza delle modificazioni prodotte dalla domesticità.
Nelle isole centrali del Pacifico esisteva prima d'ora una razza particolare di porci.
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