Un naturalista alemanno(225) crede che i nostri montoni discendano da dieci specie primitive distinte, di cui una sola è vivente allo stato selvaggio. Un altro ingegnoso osservatore(226), ma non naturalista, non tenendo alcun conto della distribuzione geografica, ritiene, che i soli nostri montoni britannici discendano da undici forme indigene! In mezzo a tante incertezze, sarebbe inutile al mio proposito descrivere le differenti razze con qualche particolarità, ed io non aggiungerò che qualche nota su tale soggetto.
Il montone è stato domesticato fino da un'epoca assai remota. Rütimeyer(227) ha trovato nelle abitazioni lacustri della Svizzera i resti di una piccola razza a gambe alte e sottili, a corna simili a quelle della capra, e che differisce qualche poco da tutte le razze attualmente conosciute. Quasi tutti i paesi hanno una razza propria, e parecchi ne hanno molte differentissime le une dalle altre. Una delle razze più caratteristiche è quella orientale che ha una coda lunga, provvista, secondo Pallas, di venti vertebre, e talmente ricca di grasso che talvolta la si pone sopra un piccolo carretto che l'animale vivente trascina dietro di sè. Questi montoni, sebbene dal Fitzinger siano considerati come una forma primitiva, portano tuttavia nelle loro orecchie pendenti il segno di una domesticità di lunga data. Così è pei montoni che portano sulla groppa, due grosse masse di grasso, ed hanno una coda rudimentale. La varietà angola della razza a coda lunga ha due cumuli di grasso notevoli sul di dietro della testa e sotto le mascelle(228). In un bellissimo lavoro sui montoni dell'Himalaya, Hodgson(229), appoggiato alla distribuzione delle diverse razze, sostiene "che quest'aumento caudale, nella più parte delle sue fasi, è un caso di degenerazione negli animali eminentemente alpestri". Le corna hanno variazioni infinite, mancano spesso, sopratutto nelle femmine; negli altri casi invece ve ne sono quattro ed anche otto.
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