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      Questo curioso risultato potrebbe essere l'esagerazione di una tendenza della razza merina; perocchè, come lo notò lord Someville, un'autorità competente in questa materia, "la lana dei nostri merini diviene, dopo la tosatura, sì dura e sì grossolana, che sarebbe impossibile supporre che lo stesso animale produca una lana di qualità sì completamente opposta a quella appena tosata dall'animale; ma a misura che il freddo si avanza, i velli ricuperano la loro morbidezza". Nei montoni di tutte le razze i velli consistono in peli più lunghi e più grossi, i quali ricoprono una lana più corta e più molle; il cangiamento che essa subisce nei climi caldi non è probabilmente che un fatto d'ineguaglianza di sviluppo, perchè anche nei montoni, i quali, come le capre, sono coperti di peli, si può sempre trovare un poco di lana sottostante(244). Il montone selvaggio di montagna dell'America del Nord (Ovis montana) subisce un cangiamento annuo analogo di vello: la lana comincia a cadere sul principio della primavera, lasciando in suo posto uno strato di peli simili a quelli dell'alce; questo cangiamento di peli è affatto differente dall'ispessimento del pelame che ha luogo ordinariamente nell'inverno presso tutti gli animali pelosi, come sono il cavallo, il bue, ecc., i quali si spogliano della loro veste invernale al cominciare della primavera(245).
      Una piccola modificazione del clima o del nutrimento modifica qualche volta leggermente il vello, come è stato spesso osservato nelle varie parti dell'Inghilterra, e come lo prova la grande mollezza delle lane importate dall'Australia.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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