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      Il coniglio è addomesticato da un tempo molto antico. Confucio cita questo animale fra quelli che erano sacrificati agli Dei, e siccome ne prescrive la moltiplicazione, così doveva a quell'epoca essere già domestico in Cina. Parecchi autori classici ne fanno menzione. Nel 1631 Gervaise Markham scriveva: "Non fa d'uopo, come per l'altro bestiame, guardare la forma, ma solo il valore; si scelgano i maschi fra i più grandi e migliori; le pelli che si stimano di più sono quelle che hanno una mescolanza uniforme di pelo nero e bianco, dominante però il nero; la pelle deve essere compatta, liscia e lucente... Questi hanno il corpo più grasso e più grande, e le loro pelli valgono due scellini, mentre quelle degli altri non valgono che due o tre pence". - Questa descrizione ci prova che a quell'epoca esistevano in Inghilterra conigli grigio-argentati, e ciò che più importa, si prendeva gran cura della loro educazione e della loro elezione. Nel 1637 Aldrovandi descrisse, sulla fede di antichi scrittori (come Scaliger nel 1551), dei conigli di diversi colori, di cui qualcuno rassomiglia al lepre, e aggiunge che P. Valerianus (morto vecchissimo nel 1158) vide a Verona dei conigli quattro volte più grossi che i nostri (257).
      Il coniglio essendo stato domesticato anticamente, conviene che ci facciamo a cercare il suo stipite primitivo nell'emisfero boreale dell'antico mondo e nelle regioni temperate, non potendo il coniglio vivere senza protezione nei paesi freddi come la Svezia, e quantunque sia divenuto selvaggio nelle isole tropicali della Giamaica, pure non vi si è potuto moltiplicare gran fatto.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426

   





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