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      La quinta colonna indica la capacità che dovrebbe avere la cavità craniana secondo la lunghezza del cranio, comparata a quella del coniglio selvaggio n° 1. La sesta mostra la differenza fra la capacità reale e quella calcolata. Infine nella settima si vedono espressi i gradi di aumento e di diminuzione con un tanto per cento. Per esempio, il coniglio selvaggio n° 5, avendo un corpo più corto e più leggero del n° 1, noi potremo inferire che il suo cranio abbia una capacità un poco minore; la sua capacità reale espressa col peso di pallini di piombo è di 875 grani, il che vuol dire che è di 91 grani inferiore a quello del primo. Ma, comparando questi due conigli sotto il rapporto della lunghezza dei loro crani, noi vediamo che questa lunghezza nel coniglio n° 1 è di pollici 3,15 e nel n° 5 di 2,96; secondo questo rapporto, il cervello del n° 5 dovrebbe avere una capacità di 913 grani di pallini di piombo, il che sorpassa la capacità reale di soli 38 grani. Oppure, per esprimermi in altro modo (colonna 7): il cervello di questo piccolo coniglio n° 5, per ogni 100 grani di peso, è troppo leggero del 4 per cento; cioè, avrebbe dovuto essere, secondo il coniglio tipo n° 1, più pesante del 4 per cento. Io ho preso come punto di partenza il coniglio n° 1, perchè fra i crani aventi una lunghezza media, questo ha la capacità minore; cosicchè esso è il meno favorevole al risultato che io cerco di dimostrare, cioè a dire che il cervello in tutte le razze domestiche lungamente domesticate è diminuito di grandezza, sia assolutamente, sia relativamente alla lunghezza della testa e del corpo, in comparazione al cervello del coniglio selvaggio.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426