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      Di questi otto, cinque avevano il becco lungo(323), ciò che sembra indicare che vi è qualche correlazione tra la lunghezza del becco e quella delle ossa dell'ala, come accade nei piedi e nei tarsi. L'accorciamento dell'omero e del radio nei diciassette uccelli devesi forse attribuire al non-uso, come anche quello dell'omoplata, e della forchetta, alle quali si attaccano le ossa dell'ala. D'altra parte l'allungamento delle remiganti e per conseguenza la grandezza dell'apertura delle ali sono completamente indipendenti dall'uso o non-uso, come lo sono lo sviluppo del pelo nei nostri cani a pelo lungo, e quello della lana nei nostri montoni a lana lunga.
     
      Riassumendo, noi possiamo ammettere che lo sterno, la salienza della sua cresta, l'omoplata e la forchetta, confrontate alle medesime ossa del torraiuolo, hanno, quanto alla lunghezza, subìto una riduzione che si può con certezza attribuire al non-uso e alla mancanza di esercizio. Le ali misurate dall'estremità di un radio a quella dell'altro, hanno ugualmente diminuito di lunghezza; ma in seguito all'allungamento delle remiganti le ali, misurate da una punta all'altra, sono generalmente più lunghe che nel torraiuolo. Anche i piedi, il tarso e il dito medio, nella più parte dei casi, sono stati ridotti, probabilmente pel non-uso; ma questo fatto pareva denotasse piuttosto qualche correlazione tra il becco e le zampe, che non un effetto del non-uso. Una simile leggera correlazione sussiste anche tra il becco e le ossa principali dell'ala.


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Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico
di Charles Darwin
Utet
1876 pagine 1426